Il Patto Fatale

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Il Patto Fatale

PROSSIMA USCITA

Con un racconto accorato che mescola elementi drammatici a fatti pittoreschi, ad aneddoti, superstizioni, tensioni e paranoie l’io narrante accresce la propria esperienza di maturazione interiore riuscendo, finalmente, a collocare i giusti e logici tasselli che spiegano l’evoluzione e la natura dei rapporti odierni.
Dalla descrizione delle vicende ospedaliere, con aspetti e seguiti lepidi o patetici, curiosi o melodrammatici, e conferme di malasanità, l’io narrante scivola nella rievocazione di un’epoca passata che conserva tutto il suo impatto storico, sociale, psicologico, e orrendo, stante l’intrusione della gripe española, in altre parole della pandemia più tetra che il mondo terreno potesse immaginare e le disumane azioni del Governo degli Stati Uniti d’America e di quello della Cina, ove nel 1917 ebbe origine il virus influenzale e dei Governi dei paesi belligeranti della grande guerra, e “Il Patto fatale”, di là dalla “spagnuola” – come la chiamava San Pio da Pretralcine – diviene una sorta di romantica avventura popolata di personaggi schiavi delle proprie regole e delle passioni che li spingono a deteriorare o nobilitare le proprie anime. Il filo conduttore che lega le vicende del presente con il passato e viceversa, è la complicità maliziosa e lastricata di buone intenzioni che si ribaltano contro coloro che le hanno programmate, licenziosa, diabolica, con ripercussioni gravi o buffe.

L’occasione di accompagnare Fonso al “Santa Lucia del buon Gesù” per un intervento oculistico offre all’io narrante di conoscere, via via, una porzione importante, insospettata e struggente della storia di famiglia.

Uomini e donne protagonisti della saga, oppure comprimari o soltanto comparse, alcune interessate all’accaparramento della pensione di inabilità e dell’indennità di accompagnamento senza averne titolo, sono narrati con un piglio vivace, con tratti di penna che puntano al risultato, senz’altro difficile, di farli sbalzare dalla carta e restituirli all’immaginario di una vita vera.
Le loro motivazioni, le paure, le ingenuità, le scaltrezze le miserie, le abiezioni, le ammissioni dolorose e franche conducono tutti, personaggi e lettori, di fronte ad un’analisi spiazzante dell’animo umano, complicato, duale, contraddittorio.
“Il Patto fatale” non conosce limiti, è spesso teso all’inganno per accaparrarsi una porzione di sicurezza, per garantire futuro e solidità alla propria discendenza, per soddisfare brame sessuali frustrate, per saziare l’esigenza scellerata di giochi perversi, per nuocere oppure per illudersi di manipolare un destino che sempre beffardamente si rivolta.

Nei vari percorsi dell’evento centrale e in quelli della vicenda storica, che traccia quasi una saga, il lettore potrà trovare insegnamenti, consigli a faccia a faccia con uno specchio di sé con il quale stabilire un rapporto di franchezza.
Ma “Il Patto fatale” vorrebbe anche indurre a guardare l’adulterio con nuovi occhi, giacché le infedeltà non nascono dall’oggi al domani, ma sono il risultato di una serie d’insoddisfazioni e trascuratezze, non solo sessuali, che si sviluppano all’interno della relazione matrimoniale e squilibrano quell’atmosfera serena che deve tenere in conto la peculiarità dei desideri della coppia e dei notevoli danni che si osservano nei bambini con genitori separati.

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